Santhià (Santià in piemontese) è un importante crocevia tra la provincia di Vercelli, la provincia di Biella e la città metropolitana di Torino. Terra di risaie e di acque, costituisce la naturale porta d’accesso per l’area del Lago di Viverone e della Serra Morenica d’Ivrea.
Santhià è stata probabilmente abitata sin dall’età del Bronzo, come dimostrano alcuni ritrovamenti preistorici.
La zona fu successivamente abitata dai Liguri e dai Celti libici e passò al dominio romano alla fine del II secolo a.C. Ricevette le denominazioni di Vicus Viae Longae e poi, in epoca cristiana, fu dedicata a Santa Agatha, di cui si deriva il nome attuale. Con questa denominazione è menzionata in un documento dell’anno 999, per il quale Ottone III cedeva al Vescovo Leone di Vercelli alcuni territori e beni, tra i quali tutto l’oro della contea di “Sancte Agathe”. Rimase sotto il dominio dei Vescovi di Vercelli fin quando fu conquistata dai Visconti di Milano. Nel 1377 la città si consegnò ad Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde.
In epoca rinascimentale e barocca Santhià fu frequente scenario di battaglie tra francesi e spagnoli, in particolare durante la guerra tra Francesco I di Francia e Carlo V (il cui Gran Cancelliere era Mercurino Arborio di Gattinara), con notevole sofferenze per la popolazione.
Per i sacrifici delle sue popolazioni e per la loro attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale, Santhià è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione: è stata infatti insignita della medaglia di bronzo.
Beni culturali
La Collegiata di Sant’Agata, oggi chiesa parrocchiale ha subito varie trasformazioni nei secoli, sino ad assumere la forma attuale ad opera dell’architetto Giuseppe Maria Talucchi nel XIX secolo. Le parti più antiche sono il campanile Romanico del XII secolo e la cripta di Santo Stefano. È presente all’interno il Polittico di Sant’Agata, opera di Gerolamo Giovenone.
Il castello del Capitano di Sant’Agata (palazzo dei conti de Rege di Como), che ospitò anche l’Imperatore Napoleone I.
Il castello di Vettignè, sito nell’omonima frazione che tra il XVIII e il XIX secolo fu comune autonomo, fu costruito nel XV secolo presso il crocevia tra la Via Svizzera e la Via Francigena. Il toponimo di Vettignè deriva infatti dal vectigal, ossia il dazio richiesto ai viandanti per ottenere il diritto di passaggio. Il castello versa in stato di quasi abbandono da quando nel 1960 è iniziato il progressivo spopolamento della frazione.
Nel territorio di Santhià passano due canali, i quali forniscono l’acqua per la risicoltura della zona: il Canale Depretis e il Naviglio di Ivrea.
Il territorio comunale ed il concentrico di Santhià sono una tappa importante del tracciato storico della Via Francigena, proveniente da Roppolo e Cavaglià e dirigentesi successivamente verso San Germano Vercellese e Vercelli.