Il comune di Salussola si trova tra i confini occidentali della Pianura Padana e le ultime propaggini sud-orientali della collina della Serra d’Ivrea, sul lato biellese, ai confini sud-orientali della Riserva della Bessa e attraversato dal torrente Elvo.
Il toponimo deriverebbe dal diminutivo longobardo di sala, con le varianti salucula, salutiolam, salussula, ad indicare la presenza di una piccola curtes, padronale longobarda del VII secolo circa, in sostituzione di antichi insediamenti victimuli nel basso biellese, e sulla quale si formò via via il borgo.
È infatti probabile che proprio nella frazione San Secondo, a nord-ovest sulla collina, fosse presente l’avamposto di Victimula, piccolo villaggio celtico antecedente al II secolo d.C., dove ivi avvenne il martirio del suddetto santo sul finire del III secolo. È tuttavia improbabile che il toponimo derivi dai Salassi, anch’essi celti coevi, poiché questi si popolarono maggiormente a sud, cioè nel medio-Canavese.
In epoca romana, Salussola divenne un avamposto strategico e fortificato; veniva utilizzato come riserva aurifera delle estrazioni dei torrenti Olobbia e Elvo, nella vicina Riserva della Bessa. Tuttavia, finite le riserve aurifere, il borgo perse parzialmente di interesse. Dominato dalle scorribande longobarde nel V-VII secolo, in questo periodo spiccò la figura del Beato Pietro Levita, originario di Salussola, ma trasferitosi in Sicilia. Annessa quindi al Sacro Romano Impero, Salussola fu poi ceduta da Carlo III il Grosso a favore del Capitolo di Vercelli e, nel XII secolo, spartita tra i Conti di Biandrate e gli Avogadro di Cerrione, che la amministrarono sotto il Ducato di Savoia. È di questo periodo la cinta muraria medievale e la Porta urbica, come ingresso meridionale al borgo alto, chiamato Salussola monte.
Curiosa fu la storia di un processo di stregoneria che avvenne il 13 febbraio 1470, a carico di Giovanna de Monduro, originaria di Miagliano, a nord di Biella, ma moglie di un salussolese. I relativi atti sono conservati presso l’archivio storico di Biella (Processo contro ed avverso Giovanna, moglie di Antoniotto de Monduro di Salussola, già di Miagliano, per stregheria); all’imputata, sentite una serie di testimonianze dei suoi compaesani, fu estorta la confessione mediante tortura e, il 17 agosto del 1471, la donna fu bruciata sul rogo nei pressi di Miagliano.