Polveriera o santabarbara: realizzata dall’allora Regio Esercito negli Anni Trenta del secolo scorso, è interamente recintata e si estende su una superficie di 135 giornate piemontesi, pari a circa 510 mila metri quadrati, di cui il 60 per cento a bosco e il resto a prato, con una superficie calpestabile di circa 35 mila metri quadrati, di cui il 20-25 per cento occupato dagli edifici dismessi dai militari e, in particolare, da 65 casematte e numerosi bunker sotterranei. La sua dismissione e’ iniziata intorno ai primi Anni Novanta del XX secolo; nel biennio 1998-99 l’Esercito l’ha abbandonata definitivamente e ora è proprietà privata. Fu realizzata come struttura per la custodia e deposito di materiale esplosivo, costruita con particolari criteri al fine di evitare o quantomeno ridurre i pericoli di eventuali scoppi. L’invenzione della polvere da sparo e il conseguente utilizzo delle armi da fuoco nella guerra sul mare, fece sì che le navi, specialmente quelle da guerra, dovessero dotarsi di un locale adibito allo stoccaggio delle munizioni. L’abitudine di appendere all’interno di questi magazzini un’immagine di santa Barbara, che la tradizione indica come santa protettrice dei fedeli dal pericolo del fuoco, dei fulmini e, più in generale, delle morti violente, fece sì che il nome della santa divenisse anche il nome dato ai depositi. Le torrette di carri armati della Seconda Guerra Mondiale nell’ex polveriera di Alice Castello sono preziose testimonianze storiche da preservare. Già descritte nell’articolo “Due torrette misteriose” su Uniformi e Armi, settembre 2001, (pag. 58-9) di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Cappelletto e Daniele Guglielmi. Si tratta di postazioni costituite dalla torretta e dalla parte anteriore della sovrastruttura di carri M 15/42 poste sopra a piccoli rifugi in cemento, posizionate durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana a difesa di una polveriera. Le due mitragliatrici abbinate Breda 38 da 8 mm dello scafo sono state spostate sulla scudatura della torretta, al posto del cannone da 47/40 con Breda 38 coassiale; una piastra di acciaio chiude l’apertura venutasi a creare sulla casamatta. L’accesso alla casamatta è possibile attraverso il portello laterale e quello sopra la torretta. L’abolizione del cannone e la particolare collocazione delle due torrette dimostra che si tratta di installazioni per la difesa contro i partigiani, molto attivi nella zona nel periodo; l’equipaggio è ridotto a due uomini. Le due torrette erano circondate da reticolati. (Nota: negli anni ’90 una delle torrette, quella collocata all’esterno dell’ex sito militare qui riportata in fotografia, svanì letteralmente nel nulla). Nel 2010 dopo la proposta da parte della società immobiliare “Bric della vigna”, costituita da imprenditori milanesi, il Comune di Alice Castello aveva dato il proprio assenso alle linee operative dell’iniziativa. Si trattava di una vasta operazione che non si limitava soltanto alla realizzazione di strutture ricettive, ex novo oppure recuperate da quelle già esistenti, ma si pensava alla creazione di un vero e proprio laboratorio agrituristico. Un ambizioso progetto di riqualificazione del sito, progetto che purtroppo non è mai stato realizzato. Attualmente la zona della ex polveriera non è visitabile.