Il toponimo deriva dal nome latino di persona Cottius con l’aggiunta del suffisso -anus e della specifica Canavese per distinguerlo da altri con lo stesso nome (Cossano Belbo).
Gli storici locali invece suggeriscono una derivazione sempre dal latino, ma da Coceanum, Coseanum e quindi da una famiglia locale, Coccei, in epoca antica proprietaria di questo territorio.
La presenza sul territorio di reperti archeologici riferibili al periodo celtico indicano la presenza umana stanziale già in epoca antichissima.
Cossano (in piemontese Cusàn) compare per la prima volta in una pergamena conservata nell’archivio castello di Masino nel 1070. In questo documento un certo Ardizzone vende i beni che possedeva in Masino, Vestignè, Cossano e Caravino situati nella Diocesi di Ivrea.
Da questo momento Cossano segue la sorte di tutti i villaggi del feudo dei Conti di Masino, passato poi ai Conti di Valperga e viene coinvolta nelle loro lotte contro i Conti del Canavese.
Nel 1391 Cossano viene occupata dalle truppe di Facino Cane, capitano di ventura al soldo dei Marchesi del Monferrato, che vi si insedia e ne fa la base per gli assalti al castello di Masino e le sue scorrerie verso Ivrea dominata dai Savoia.
Nel 1397 avviene uno scontro tra gli armati di Facino Cane e le truppe savoiarde e in quella località vengono innalzate difese o barricate. Ancora oggi questo luogo, ora frazione di Cossano porta il nome “Barricate”.
Il Comune è stato istituito nell’anno 1797 in seguito ai regi editti di Carlo Emanuele IV che abolivano i diritti feudali della Contea di Masino alla quale era assoggettato fin dal 1070.
Durante la guerra partigiana contro i nazifascisti si stabilisce una base avanzata per le azioni di guerriglia nel vercellese.
Oggi Cossano si presenta come un borgo tranquillo, immerso nei boschi incontaminati di gaggie e castagni e dai campi coltivati a frutteti e ortaggi, irrigati a goccia grazie ad Adriano Olivetti fondatore del Consorzio Irriguo Adriano Olivetti.
Cossano custodisce il MAAP, Museo all’Aperto Arte e Poesia Giulia Avetta, inaugurato nel 2010, è nato nell’ambito del progetto “Comunità in movimento giovani e anziani” a cura dell’amministrazione comunale e dei curatori dell’Archivio Giulia Avetta. Il filo conduttore da anni è quello di creare un museo all’aperto dell’arte e della poesia per sviluppare il dialogo tra le diverse generazioni ed in special modo far conoscere e incrementare la tematica della poesia legata all’ambiente, ai suoi personaggi ed alla terra. I 30 pannelli in ceramica che compongono il MAAP, collocati nelle vie principali di Cossano e nelle frazioni Avetta, Casale e Francia, illustrano alcune poesie della poetessa Giulia Avetta appositamente scelte dall’antologia “Non ci sarà più nulla”, a cura di M. Francesio Maglione, fino ad ora curatrice dell’Archivio Storico Giulia Avetta, pubblicata nel decimo anniversario della sua morte.
Il progetto ha avuto inizio nel 2009 ed è stato affidato per l’esecuzione al Liceo Artistico “Felice Faccio” di Castellamonte sotto la guida della Professoressa Sandra Baruzzi; i fatti accaduti durante la vita della poetessa ed i personaggi che con lei hanno condiviso vari momenti sono rappresentati in modo esemplare dagli esecutori di vari disegni.
Nei pannelli vengono riportati versi di poesie ed immagini figurative per sintetizzare il grande legame con la famiglia, l’impegno civile – politico – didattico e amministrativo di Giulia, i suoi pensieri, sentimenti e insegnamenti.
Il percorso inizia sotto l’atrio del Municipio con il pannello “La mia razza”, una delle prime poesie scritte da Giulia Avetta nel 1925, dai cui versi traspare la sua autentica personalità: amore per i suoi compaesani, amore per la sua terra, tenacia in ambito amministrativo; altro pannello esplicativo è tratto dai versi della lirica “Padre” dove Giulia, ormai orfana della madre, esprime il grande amore per il padre, la sicurezza che da lui attinge per proseguire nel difficile cammino della vita. Accanto all’ingresso della ex biblioteca civile è collocato il pannello “I miei ragazzi di scuola” ai quali la maestra Giulia ha dedicato tutta la sua vita di insegnate; il percorso continua con “Anniversario di Adriano Olivetti” dove si coglie una Giulia Avetta nel ruolo di Sindaco di Cossano Canavese durante il quale ebbe modo di conoscere e collaborare con Adriano Olivetti, fondatore del Consorzio Irriguo Adriano Olivetti di Cossano Canavese. Altro tassello fondamentale è il pannello “I partigiani dormono in piedi” che ci riporta in piena Seconda Guerra Mondiale, durante la lotta partigiana della quale Giulia fu staffetta, dotata unicamente di un’arma: riscatto della dignità dell’uomo di fronte al nazifascismo.
Arricchiscono il percorso numerosi e suggestivi pannelli che richiamano il territorio canavese, le terre che la circondano ed i colori delle stagioni che tingono il suo amato paese.
Nella piccola realtà cossanese di Giulia è perciò stata per tutti una donna che ha saputo trasformare banalità e limiti in emancipazione ed apertura, una figura che ha lasciato un segno indelebile nell’educazione e nell’amministrazione di Cossano.
Il MAAP si incastra nel territorio insieme ad altre opere “open air”: si può trovare infatti un percorso parallelo di taglio storico-archeologico arricchito dalla chiave strategica del Progetto Polaris che si propone di rileggere il territorio dal punto di vista storico-culturale ponendo l’accento sul dialogo tra terra/cielo e la Filosofia delle stelle.
Nel centro del paese sono da notare la Chiesa parrocchiale di S. Stefano e, poco oltre, la Chiesa del cimitero, mentre le frazioni sono ricche di edicole votive e piccole cappelle, molte delle quali meritano una sosta.
All’interno dell’abitato si possono ancora trovare forni, testimonianza dell’economia di autosufficienza dei secoli passati e pozzi che testimoniano la scarsa disponibilità di acqua, da cui il paese era stato afflitto in passato.
Nei boschi del territorio di Cossano e dei paesi limitrofi, nella zona chiamata Lusenta ( da lucus, bosco sacro per i romani) si arriva alla Pera Cunca, una splendida pietra erratica di origine glaciale che racconta la cultura celtica e dio costellazioni impresse sulla roccia come fonti di messaggi “ever green”. Il masso erratico è noto da tempo per le sue enigmatiche incisioni; fu definito masso-altare sin dalla sua scoperta. Le analisi effettuate con altri reperti archeologici hanno rilevato la possibilità che la pietra rilevasse la posizione della levata eliaca della stella Capella (Capra in greco), la direzione dell’orbita solare e, forse, anche un calendario.
Proseguendo le passeggiate lungo i sentieri di Polaris, lungo la rotta della costellazione dell’Auriga, si incontra il Castello di Masino, residenza storica dei Conti di Valperga, oggi proprietà del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano.