CASCINA VIGNA e Bric della VIGNA
La cascina, è situata in una ampia conca riparata da nord ovest e da nord dalla collina retrostante chiamata attualmente Bric della Vigna. Tale denominazione, che designa sia la cascina che la collina, deriva proprio dal fatto che buona parte del terreno collinare esposto a levante e a mezzogiorno era coltivato a vigneto. La presenza della coltivazione della vigna sul territorio alicese, per quanto può essere documentabile oggi, risale al secolo XII e più precisamente al 1160; infatti da documenti di compravendita risalenti a questo periodo si rileva che alcuni appezzamenti situati nella zona collinare erano già destinati a tale coltivazione. Nel 1228 L’Abbazia di Sant’Andrea di Vercelli acquista dai Conti di Alice il Feudo di Alice a loro appartenente, comprendente i diritti sugli abitanti, sul “ Castrum”, sulle acque, sulle Chiese e sui vasti possedimenti terrieri.
Dopo questa data altri documenti ci informano che l’Abbazia intraprende per mezzo di suoi coloni un’opera di bonifica convertendo molti appezzamenti boschivi in vigneto; in genere i contratti erano fatti per nove anni e il colono si impegnava a bonificare il terreno “…ad arroccandum et laborandum et vineam plantandum…”, versando un canone annuo d’affitto. Questa operazione trasformerà nel corso dei secoli l’aspetto della collina ricavandone terrazzamenti e stradine d’accesso agli appezzamenti. Già agli inizi del XVII secolo tra le varie masserie dell’Abbazia presenti sul territorio è menzionato il fabbricato della Cascina Vigna, anche se l’aspetto attuale è frutto di una parziale ricostruzione settecentesca. In parte sono ancora visibili nell’angolo destro avanzi di murature più antiche incorporati nella nuova struttura. All’interno, in un angolo del cortile si trova un grande pozzo per l’approvvigionamento idrico dei “massari” e delle loro famiglie che ivi risiedevano. Dopo l’incameramento dei beni ecclesiastici voluto da Napoleone Bonaparte, la cascina e i suoi vasti appezzamenti passano in proprietà al Barone Camillo Duport ed in seguito, verso la fine dell’ottocento alla famiglia Ballario. Oggi purtroppo dei vasti appezzamenti collinari del vigneto restano soltanto gli antichi muri a secco o “masere” che sostenevano i terrazzamenti. Il terreno della cascina oggi è in parte coltivato a cereali mentre buona parte dei terrazzamenti collinari si sono purtroppo imboschiti. Di notevole interesse sono i due grandi castagni secolari piantati a destra della via di accesso alla cascina e il grande peso a “stadera” posizionato davanti all’ingresso principale, che serviva per pesare il legname ricavato dai grandi appezzamenti boschivi circostanti.