Il sito archeologico palafitticolo del Lago di Viverone, situato nella parte sudoccidentale dominata da paludi, ampi prati lasciati a pascolo e pioppeti, si inserisce nel sistema dei “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino” e dal 2011 è uno dei quattro siti piemontesi iscritti nella lista dei beni culturali “Patrimonio dell’Umanità” UNESCO.
All’interno del sito si sono conservati, a pochi metri sotto il livello dell’acqua, più di 5.000 pali in legno. Si tratta della struttura portante di quello che durante l’età del Bronzo era un grande villaggio palafitticolo fatto di capanne sopraelevate distribuite secondo un andamento circolare lungo le due passerelle principali (anch’esse sopraelevate), che fungevano da sentieri. Il villaggio copriva un’area di circa 70 metri di diametro ed era circondato da palizzate in legno con scopo difensivo secondo il tipico modello insediativo dell’epoca.
I molti reperti ritrovati durante le campagne di scavo degli anni ’70 hanno raccontano di un insediamento economicamente florido e culturalmente vitale, tanto da sviluppare tratti decorativi originali e non ritrovabili in altri insediamenti dello stesso periodo storico. All’interno del sito sono stati infatti ritrovati spade, asce, spilloni e altri ornamenti femminili, tipici strumenti e monili delle comunità preistoriche dell’età del Bronzo (1650 a.C. – 1350 a.C.). Tutti i reperti sono conservati presso il Museo di Antichità di Torino e il Museo del Territorio Biellese.